Ci sono molte parole di uso comunemente diffuso, che non sempre presentano una chiarezza immediata di significato.
Sono spesso parole mutuate dalla lingua inglese e che, in molti casi, non vengono volutamente tradotte in italiano. Forse l’idea è quella di renderle più affascinanti attraverso il mistero.
In realtà, credo che dopo un primo momento di eventuale fascinazione, rimanga solo il mistero. Questa misteriosità non aiuta alla loro migliore espressione realizzativa.
Uno di questi termini è quello di MISSION. Se ne parla spesso come di un compito, o meglio, come di una caratteristica aziendale. In altre parole dovrebbe indicare la via, l’orientamento che la specifica azienda si è data.
Perché non tradurla semplicemente in MISSIONE? Con buona probabilità, la scelta è dovuta all’obiettivo di non correre il rischio di proiettare un’idea “religiosa” dell’azienda. Le missioni infatti, nel nostro vissuto culturale, sono tipicamente quelle attribuite ad un vocato o ad un vicario, con il compito di convertire al culto di una nuova religione. È buffo pensare che lo stesso termine è utilizzato anche dai militari per indicare gli incarichi di guerra. L’esatto opposto! Strani effetti di sovrapposizione della linguistica.
Al di là di ogni questione linguistico-lessicale, l’aspetto di fondamentale interesse è che la Mission o Missione, dovrebbe rappresentare il cuore, il motivo primario delle azioni svolte da una azienda. Lavorando in questa direzione, in molti casi però, si dimentica che anche il singolo individuo ha una missione personale. Qualcosa che, confluendo all’interno di un’organizzazione, si realizza, realizzando così una parte o un compito fondamentale per il compimento della Mission aziendale.
Cosa significa realmente Missione? L’etimologia latina ci viene in soccorso come sempre: da missio – missus, evoca una spinta.
È la spinta fondamentale all’azione. Ciò che muove gli individui e le organizzazioni. Dunque il motore fondamentale.
È un aspetto sempre chiaro in azienda? Non sempre purtroppo. Per essere più precisi, in molti casi, l’esercizio stilistico della compilazione di una mission è stato svolto in modo eccellente. Pubblicato in bella vista sul sito istituzionale campeggia in modo brillante e altisonante. Ma … lo conoscono i collaboratori? Lo hanno compreso fino in fondo? Qualcuno si è curato di rappresentarglielo? È percepita la confluenza della propria mission in quella aziendale? Ma ancor di più: rappresenta davvero ciò che l’azienda vuole impegnarsi a fare e realmente sta realizzando?
Nella ultra decennale esperienza maturata come formatore e consulente, posso dire che, in molti casi non ho trovato risposte positive alle domande precedenti. È un vero peccato perché si perde il senso di orientamento, di coinvolgimento in chiaro progetto e il senso di unità. Per questo svolgiamo un lavoro molto utile e interessante di riallineamento e ridefinizione della mission aziendale, accompagnando poi il suo processo di diffusione interna ed esterna.
L’uomo ha bisogno di avere una missione, anzi, si tratta di un orientamento inscritto in ogni essere umano nell’ottica di una azione sociale.
È il bisogno irrinunciabile di realizzare se stessi in relazione alla propria identità, al servizio di una comunità grazie alla quale questa soddisfazione è possibile. Proprio così, siamo individualmente fondamentali per la società, e questa è fondamentale per la nostra esistenza individuale.
Questo perché come singoli non possiamo realizzare noi stessi in modo isolato. L’individuo dà e riceve costantemente dalla comunità.
Un concetto, una vera e propria oggettività, che però perde forza e chiarezza ogni giorno di più, sia per le persone, sia per le organizzazioni. Travolti dalla quotidianità, dalla ricerca del risultato per il risultato fine a se stesso, stiamo perdendo la Mission individuale e collettiva.
Se una persona nello svolgimento delle proprie attività è sempre preda della noia, dei sensi di colpa, del senso di vuoto, significa che non ha compreso e chiarito a se stesso la propria missione. Non può così contribuire utilmente neppure alla mission aziendale. Ecco perché è importante la mission aziendale se si interseca con quella personale.
Ogni situazione, evento, libro, esperienza può spingere a riflettere e riconoscere ciò che si vuole essere davvero.
A volte si è obbligati ad un cambiamento radicale che può fare scoprire il reale orientamento personale. È il caso della situazione pandemica attuale che ci ha costretto a ripensare il nostro modo di vivere e di percepire noi stessi.
Quando ci si ferma a ricollegare tutti i segnali, gli impulsi che vengono dal proprio interno, si può scoprire la propria missione.
Oggi abbiamo una grande opportunità, sia come individui che come aziende: riscoprire la nostra missione alle luce dello stravolgimento che ci impone nuove linee guida; costringe all’attribuzione di nuovi significati alle nostre azioni, per un futuro migliore.
La problematica ambientale, quella sociale, quella economica, finanziaria e politica necessitano di una mission nuova da parte di tutti. A partire dal singolo, allargando il campo alle organizzazioni, è doveroso fare un lavoro di rivisitazione e di applicazione della propria mission.
La missione non si inventa; si scopre
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