Cos’è il tempo e come ritrovarlo
2 Aprile 2021

Cos’è il tempo e come ritrovarlo

 

Cos’è il tempo? Perché molto spesso si sente dire “Non ho tempo” ma è giusto chiedersi di cosa stiamo parlando. Quante volte abbiamo usato questa espressione? Forse migliaia. La convinzione, sempre più consolidata nella società frenetica in cui ci siamo immersi, è quella di combattere contro una forza soprannaturale che ci sottrae tempo. 

 

Mi è capitato di leggere in un libro: “ci sono i ladri di tempo dai quali sai proteggerti?” La domanda era seguita da una sfilza di soggetti e di attività che sembravano essere al mondo unicamente per compiere questa particolare missione: rubare il tuo tempo.  

 

Oggi quell’elenco mi appare come alquanto grottesco, e la risposta alla domanda è molto semplice. C’è un solo “ladro di tempo” dal quale devi proteggerti: TU. 

 

Intendiamoci. Non sei il ladro del tempo degli altri ma del tuo stesso.

Cosa? Sarei io stesso? Come è possibile se c’è sempre qualcosa o qualcuno che mi fa perdere tempo! 

Mi sembra di sentire le proteste o le considerazioni sarcastiche di qualcuno. Normale, quando si cerca di affrontare da un altro punto di vista una questione delicata e consolidata. 

 

Questa diversa prospettiva nasce dalla considerazione del concetto di tempo. Cos’è il tempo? Una domanda che durante i corsi di formazione tenuti in questi anni, ha spiazzato molte persone. Già. Cos’è il tempo?. 

 

La risposta sembra scontata ma non è affatto così. Se avessimo chiaro il concetto di tempo probabilmente non diremmo mai di non averne o che qualcuno ce lo sottrae. 

Il concetto di tempo ha assillato a lungo le grandi menti filosofiche del passato, con attribuzioni di significato differenti. 

 

Dal punto di vista etimologico, si tratta di una parola dall’origine incerta: dal termine sanscrito tapas, tepore – atmosfera, passando dalla parola greca τμνω, divido – separo, per giungere a quella latina tempus che recupera il significato greco di taglio. 

Tutto questo forse dimostra quanto sia stato sempre difficile il rapporto degli umani con il tempo. 

 

Ci hanno perso la testa in molti. Da Parmenide per il quale il tempo era solo un’illusione a Zenone che lo considerava un assurdo, a Platone che lo considerava un attributo del mondo corruttibile, non dimenticando il mondo Cristiano con S. Agostino che lo pensava come estensione dell’anima. Un bel problema dunque. 

 

Cercando di mettere pace tra le diverse concezioni e interpretazioni, il significato oggi attribuito è quello del divenire degli eventi. L’attenzione è dunque posta sul concetto di misurazione mediante un’unità di misura creata appositamente per indicare la sequenza. 

 

Cosa significa in sintesi? Che si tratta di un’invenzione necessaria per avere un riferimento comune tra gli uomini. Questo ci porta a fare una serie di considerazioni:

  • Il tempo non è tuo e quindi non puoi perderlo
  • Non può essere risparmiato ma solamente vissuto e usato
  • Il tempo è un divenire naturale e quindi puoi scegliere come misurarlo
  • Essendo un fatto naturale a disposizione degli esseri viventi puoi solo decidere come impiegarlo. 
  • Il tempo non è infinito per un essere vivente e quindi è prezioso, ed è fondamentale il modo in cui si decide di impiegarlo 

 

Sulla scia di queste considerazioni può essere maggiormente evidente il motivo per il quale ognuno è il “ladro” del proprio tempo. Meglio dire il cattivo utilizzatore del tempo naturale. 

Cosa comporta tutto questo? Che l’arte consiste nel buon utilizzo del tempo. 

Gli antichi greci, intuendo pienamente questo aspetto, distinguevano tra un tempo cattivo (Cronos) e un tempo buono (Cairos). 

 

Quello che possiamo fare dunque, è decidere su quanta porzione di tempo investire le nostre energie in modo efficace ed efficiente per ottimizzare i risultati e la qualità della nostra vita, professionale e personale. 

Se riflettiamo attentamente sulla nostra giornata, ci possiamo accorgere del fatto che l’organizzazione del tempo è spesso abitudinaria, scontata e a volte occasionale, ovvero si segue l’onda degli accadimenti. Questo ci porta a considerare l’ineluttabilità del furto di tempo. È sempre più semplice attribuire una causa negativa all’esterno che a se stessi. 

 

Ah certo! E come la metti quando qualcuno ti impedisce o ti impone di fare qualcosa? 

Senza dubbio esistono i contrattempi in forma di individui o di accadimenti. Situazioni e persone intervengono naturalmente nella nostra vita scombinando i nostri piani. Un punto di riflessione consiste nel fatto che questi contrattempi sono vissuti male per almeno due ragioni:

  • Pensare ad un modo di perfezione nel quale tutto deve funzionare senza intoppi e sbavature 
  • Non avere realmente organizzato nessun piano 

Il primo punto è tipico dei perfezionisti che sono fortemente destabilizzati emotivamente da ogni variazione sul tema che stanno affrontando. Ci sono profonde motivazioni psicologiche possono spiegare la posizione mentale di queste persone ma non è questa la sede. 

 

Il punto di riflessione consiste nel fatto che in realtà il problema non è il tempo ma la reazione che non consente una revisione dell’attività e la ristrutturazione dell’uso del tempo. 

Il secondo punto, molto più frequente, evidenzia la diffusa tendenza a non programmare o a programmare approssimativamente i “tagli” di tempo. È abbastanza evidente che senza un chiaro piano alle spalle diventa difficile ogni ristrutturazione del tempo.